PANNI PRESATURATI: perché e quando utilizzarli
Di Alessandra Cardin
Oggi molte aziende in diversi settori industriali prediligono l’utilizzo di panni pre-imbevuti per la pulizia e la disinfezione delle superfici durante i processi produttivi, incluse aziende nel settore farmaceutico e biotecnologico.
Le ragioni di questa scelta possono essere svariate:
- Controllo del processo di disinfezione/pulizia
- Controllo della quantità di solvente utilizzato
- Riduzione della dispersione di sostanze chimiche in aria
- Sicurezza per la salute
- Riduzione del rischio di incendi
- Praticità
- Convenienza
Volendo mettere a confronto costi e vantaggi relativi alle due modalità di utilizzo dei panni (asciutti con disinfettante o pre-imbevuti), bisogna considerare non solo il prezzo del prodotto in sé, ma anche altri fattori non meno importanti.
In linea generale possiamo dividere i costi in due categorie: costi tangibili e intangibili. I costi tangibili possono essere misurati direttamente e in maniera ben definita:
Panni asciutti + disinfettante | Panni pre-imbevuti |
|
|
I costi intangibili non si possono misurare direttamente e sono più difficili da identificare. Tuttavia sono importanti tanto quanto i costi tangibili. Consideriamo ad esempio il peso di alcuni fattori in un processo di produzione farmaceutica:
- Controllo e ripetibilità del processo
- Controllo Qualità e Quality Assurance
- Conformità normativa e ambientale
- Limiti di emissione e sanzioni
- Segnalazione e monitoraggio dell’uso di solventi
- Produttività dei lavoratori
- Sicurezza dei lavoratori
- Stoccaggio e manipolazione
- Gestione di un solo codice prodotto
Sono tutti aspetti da prendere in considerazione se si vuole ridurre al minimo il rischio di contaminazione.
Le parole “controllo e ripetibilità del processo” sono alla base della gestione di ogni processo farmaceutico, sia di produzione che di controllo qualità e deve essere applicata anche (e soprattutto) nei processi di cleaning. La ripetibilità del processo di disinfezione è intrinsecamente difficile perché è molto soggettiva e legata all’operatore di pulizia.
Il nuovo Annex 1 sottolinea vivamente l’importanza di formare gli operatori anche sulle SOP di pulizia e disinfezione degli ambienti e uno degli aspetti più critici è legato alla quantità di solvente da dispensare sui panni prima di passarli sulla superficie. L’utilizzo di un panno preimbevuto rende il training molto semplice in quanto è sufficiente convalidare il numero di panni necessari per coprire tutta la superficie per avere garanzia della quantità di solvente utilizzato. Elementare!
Un altro aspetto non irrilevante da valutare è la possibilità di maneggiare un solo codice per la combinazione panno + disinfettante, nelle fasi di acquisto, controllo qualità, prelievo di materiali, stesura delle SOP e operazioni di cleaning.
Anche dal punto di vista della sicurezza si possono fare riflessioni importanti, soprattutto quando si utilizzano solventi infiammabili e tossici. L’utilizzo di pannetti già saturi evita operazioni di “spraying” all’operatore con sensibile aumento della sua sicurezza, mentre il solvente presente sul panno ha un fattore di rischio incendio molto più basso rispetto al prodotto in forma liquida.
Bisogna però sapere che non tutte le combinazioni panno + sanitizzante sono sempre vincenti. Un disinfettante ha una determinata efficacia battericida, fungicida, virucida o sporicida, che può essere determinata secondo alcune specifiche norme EN:
- EN 1276:1997 – Quantitative suspension test for the evaluation of bactericidal activity of chemical disinfectants and antiseptics used in food, industrial, domestic and institutional areas.
- EN1650:2008 +A1:2013 – Quantitative suspension test for the evaluation of fungicidal activity of chemical disinfectants and antiseptics used in food, industrial, domestic and institutional areas.
- EN 13704:2002 – Quantitative suspension test for the evaluation of sporicidal activity of chemical disinfectants used in food, industrial, domestic and institutional areas.
- EN 14476:2005 +A1:2006 – Quantitative suspension test for the evaluation of virucidal activity of chemical disinfectants used in food, industrial, domestic and institutional areas.
- EN 14476:2013 + A2:2019 – Quantitative suspension test for the evaluation of virucidal activity of chemical disinfectants used in food, industrial, domestic and institutional areas.
- EN 13697:2001 – Quantitative non-porous surface test for the evaluation of bactericidal and/or fungicidal activity of chemical disinfectants used in food, industrial, domestic and institutional areas.
Seguendo tali norme è possibile misurare il tempo richiesto ad un determinato agente chimico per ridurre il numero di microorganismi contaminanti di una certa quantità, misurata in unità logaritmiche. Questa misura è detta “tempo di contatto” ed è un parametro fondamentale perché è il tempo necessario affinché l’agente chimico esplichi la sua efficacia.
Intuitivamente ci si aspetta che un panno pre-impregnato abbia la stessa efficacia del sanitizzante di cui è saturo, ma non è sempre così.
Alcuni disinfettanti di uso comune, come quelli a base cloro o ammonio quaternario, possono interagire con substrati a base organica, tra cui i diffusissimi panni in cellulosa pura o mista. La cellulosa è infatti una sostanza organica e interagisce con il cloro, riducendo pertanto l’efficacia disinfettante del prodotto con il passare del tempo.
Sono stati condotti diversi studi per valutare come un substrato possa influire sull’efficacia del disinfettante, tra cui alcuni molto interessanti.
Sono state messe a confronto diverse tipologie di tessuto (poliestere/cellulosa, rayon/viscosa, poliestere 100% ecc.) immerse in varie soluzioni disinfettanti per 72 ore e poi strizzate in modo da raccogliere il liquido assorbito dal pannetto in quel lasso di tempo. Gli studi di efficacia sul liquido recuperato hanno dato risultati al quanto sbalorditivi:
È evidente che tessuti di natura organica, contenenti cellulosa, interagiscono con alcune delle sostanze chimiche testate, riducendone drasticamente l’efficacia dopo poche ore. Il fenomeno è più attenuato se si utilizzano panni sintetici e praticamente nullo per le miscele a base alcolica.
In conclusione possiamo dire che l’utilizzo dei panni pre-saturati con disinfettanti a base alcolica è assolutamente favorevole in quanto porta innumerevoli vantaggi non solo per l’operatore, ma anche per l’azienda. Nel caso in cui si vogliano utilizzare panni imbevuti con altre sostanze chimiche, bisogna assicurarsi che la loro efficacia sia garantita al momento dell’utilizzo e questo si può ottenere, ad esempio, preparando i panni poco prima del loro uso.